PROGETTO MESOTELIOMA

Lo stato della ricerca

Dopo la stabilizzazione dell’UFIM all’interno del Sistema Sanitario quale centro d’eccellenza degli Ospedali di Casale e Alessandria per la cura del mesotelioma, iniziano le attivitàdi ricerca di 4 progetti coordinati, Istituto Mario Negri di Milano, Università del Piemonte orientale, Università di Torino,Istituto Meldola.

Si tratta del raggiungimento di importanti avanzamenti nella lunga lotta volta a sconfiggere il mesotelioma portata avanti da decenni dalla nostra Associazione, dal Sindacato e dalle Istituzioni.

La partecipazione della nostra comunità, delle scuole, dei familiari e dei cittadini è fondamentale per garantire continuità a questa battaglia di civiltà

AFeVA

Articolo e fotografie pubblicati su La Stampa

Il varo del progetto di ricerca sul mesotelioma, che coinvolge gli ospedali di Alessandria e Casale con l’Ufim, gli istituti di ricerca Mario Negri di Milano e Romagnolo di Meldola, le università del Piemonte Orientale e di Torino, una parola, sabato al Castello di Casale, è echeggiata più di tutte: speranza.

La speranza “ormai concreta di avviare un progetto organico importante con lo sforzo di tutti e con i soldi accantonati dai cittadini dopo le transazioni con Schmidheiny” ha detto il sindaco Titti Palazzetti. “Finalmente” ha scritto in un messaggio Renato Balduzzi, già ministro della Sanità, fautore della Conferenza governativa di Venezia nel 2012 da cui prese le mosse un percorso “che non esclude nessuno: Casale è il luogo dove si è indicata al mondo la strada da percorrere”. Ovvero: “Unità di intenti e di azione tra le istituzioni locali e le associazioni di cittadini; lavoro fianco a fianco tra le associazioni degli ex-esposti e le organizzazioni sindacali (non è scontata, se pensiamo che ancora in questi mesi in Brasile sindacati dei lavoratori e associazioni delle vittime combattono tra loro in sede giudiziaria); e infine, importantissima, alleanza tra clinici e ricercatori sotto il segno della medicina traslazionale”.

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SILMOS

TENACIA E RESILIENZA

La “speranza riposta nella ricerca” è quella espressa dalla presidente di Afeva Giuliana Busto, come già dalla ex presidente, ora onoraria, dell’associazione di famigliari e vittime, Romana Blasotti Pavesi. E ancora speranza di “dare continuità all’azione perseverante di questa collettività resiliente” ha detto Bruno Pesce, paladino della lunga battaglia contro l’amianto, una comunità “tenace come l’erba gramigna”, così definita da Daniela Degiovanni, moderatrice del convegno. “Qui – ha ribadito l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta – ha preso corpo un modello unico, fondato sulla condivisione tra istituzioni, medici, sindacati, associazioni, cittadini: questo territorio ha trasformato il dolore in speranza, non intesa come dolce consolazione, ma come ostinata determinazione”.

E la “speranza di trovare una cura efficace, non può che passare attraverso la ricerca” ha aggiunto Degiovanni. Clinici e ricercatori hanno spiegato come si muoveranno nei prossimi 18 mesi, con la supervisione di Giovanni Apolone, direttore dell’Istituto Tumori di Milano.

UN ATTO DI GENEROSITA’

“Ai pazienti viene chiesto un grande atto di generosità – ha spiegato Federica Grosso, responsabile dell’Ufim -: donare i campioni di sangue, liquido pleurico e tessuti da studiare per comprendere i meccanismi che provocano il mesotelioma”.

PREDISPOSIZIONE EREDITARIA?

Perché è questo il punto: “Non tutte le persone esposte all’amianto si ammalano” hanno sottolineato Corrado Magnani, responsabile Epidemiologia dei tumori dell’Ospedale universitario di Novara, e Irma Dianzani, dell’Università del Piemonte Orientale: lavoreranno “al progetto Hermes per capire la predisposizione genetica famigliare al tumore”. Lo studio mira a individuare quali elementi espongono a un maggior rischio di ammalarsi di mesotelioma, analizzando, in modo particolare, l’eventuale predisposizione genetica di tipo ereditario che rende certe persone più sensibili all’esposizione all’amianto. L’analisi potrebbe altresì evidenziare la possibilità di una maggior risposta a determinate terapie in questi pazienti.

SILMOS

CAPIRE IL TUMORE

Con percorsi diversificati, l’obbiettivo degli studi attuati negli ospedali di Alessandria e Casale (Ufim) con l’istituto Mario Negri di Milano, e poi dell’Istituto Romagnolo di Meldola e del San Luigi di Orbassano dell’Università di Torino (sotto la guida del professor Giorgio Scagliotti) è quello di studiare il comportamento delle cellule del mesotelioma per comprenderne le alterazioni rispetto alle cellule normali e per capire le differenze rispetto ai tempi di sopravvivenza dei pazienti e alle diverse risposte alle terapie. Altro obbiettivo: individuare dei “biomarcatori predittivi”, che consentano, cioè, di capire, a fronte di determinate caratteristiche delle cellule tumorali, se una cura ha possibilità buone, minime o nulle di funzionare (anche per evitare tentativi terapeutici non mirati che, tra l’altro, oltre a non avere efficacia, aggiungono solo tossicità farmacologica al paziente).

NUOVA SPERIMENTAZIONE

Angelo Del Monte dell’Istituto Romagnolo di Meldola ha, poi, annunciato l’imminente attivazione di uno studio sperimentale (Immunoterapia Mesovax) su 18 pazienti: si tratta della somministrazione di una terapia immunoterapica insieme al vaccino realizzato con il tessuto tumorale prelevato dal paziente.

BANCA BIOLOGICA

Grande utilità, poi, sarà assicurata dalla preziosa banca biologica che, ad Alessandria, fu fondata e curata dall’anatomopatologo Pier Giacomo Betta, insieme ai suoi collaboratori, anche col sostegno finanziario della Fondazione Buzzi.

LA VIA È TRACCIATA

Insomma, “la strada è tracciata” ha detto l’assessore Saitta e “l’impegno è massimo per continuare a rispondere a un bisogno così forte” hanno assicurato i direttori generali di Aso Giacomo Centini e di Asl Antonio Brambilla, oltre che il direttore amministrativo dell’Aso Roberta Volpini, assicurando “una comunicazione costante e puntuale alla popolazione, in piena trasparenza, sugli avanzamenti del progetto” ha aggiunto Massimo D’Angelo, responsabile Centro regionale Amianto.

“Vi sono tutte le condizioni perché la battaglia sanitaria contro il mesotelioma possa essere finalmente combattuta con successo e vinta” ha concluso, nel suo messaggio, il professor Balduzzi. “Ci vorranno forse ancora anni per avere ragione sulla malattia, ma, come sulle rovine dello stabilimento Eternit è sorto il Parco Eternot” ha evocato l’oncologa Grosso, “ce la faremo – ha concluso la dottoressa Degiovanni – perché c’è una grande squadra che lavora insieme ai pazienti e alla collettività”. E’ questo che chiede Giorgio, e come lui tutti i malati di mesotelioma: “Pur con la consapevolezza di avere addosso un morbo pazzesco, la speranza di poter ancora vivere”.

Relatore: Bruno Pesce

Castello di Casale Monferrato h. 9.30

Grazie a tutti coloro che hanno organizzato questo convegno che rappresenta un importante punto di arrivo ed un altrettanto importante base di partenza. Vorrei prima aggiungere dei saluti:

sono arrivati anche le delegazioni di CGIL CISL e UIL che, vorrei ricordare hanno svolto e svolgono un ruolo importante come ad esempio il contributo decisivo per la conquista della legge 257/92 che ha messo al bando l’amianto dall’Italia.

Saluto l’AFEVA dell’Emilia Romagna con il suo presidente Andrea Caselli, Associazione che ha compiuto passi da gigante nella lotta all’amianto nell’Emilia Romagna.

Saluto anche il Direttore dell’ospedale di Alessandria Dott. Centini, il quale come primo atto ha deliberato lo scorso anno la stabilizzazione dell’UFIM.

E’ sopraggiunta la delegazione di Broni con il Sindaco e permettetemi di citare una mamma di Broni, che considero una eroina, che ha lottato per circa otto anni (a causa dell’assenza di procedure locali e regionali) per bonificare la strada privata costituita anche dal polverino e scarti di materiali di cemento amianto della Fibronit. Strada che serve la sua più altre 5 abitazioni: fra i più oppositori proprio alcuni vicini di casa e fruitori della stessa strada! Poi parliamo di sensibilità

Dopo la stabilizzazione dell’UFIM dello scorso anno, quale centro d’eccellenza degli ospedali di Casale Monferrato e di Alessandria, per la cura del mesotelioma, iniziano le attività di ricerca su nuovi progetti 4 istituti importanti coordinati: Mario Negri di Milano, Università del Piemonte Orientale, Università di Torino, Istituto romagnolo Meldola.

Si tratta di una fase molto importante che si spera possa portare ad un avanzamento positivo della lunga lotta volta a sconfiggere il mesotelioma (oltre che per la giustizia e la bonifica) e portata avanti da decenni.

Questa lotta, come è noto, ha visto partecipare attivamente la nostra Associazione, prima ancora il Sindacato e gli ambientalisti (è bene ricordare che prima della costituzione di Legambiente c’era il Gruppo Ecologico verso la fine degli anni ’70) e successivamente con il ruolo indispensabile delle Istituzioni ai vari livelli e con le molteplici competenze.

Ci teniamo a sottolineare la partecipazione straordinaria della nostra Comunità, degli ammalati, dei familiari, dei cittadini singolarmente o mediante le scuole e le varie associazioni articolate nella società.

Questo, ciò che amo definire esercizio della democrazia, è stato decisivo per garantire la continuità di questa battaglia di civiltà.

Ecco: continuità dell’azione e partecipazione sono gli elementi indispensabili per conseguire risultati positivi su questo ampio fronte di lotta.

Il termine Resilienza ci è stato spiegato in questi anni che la nostra comunità ne sarebbe un chiaro esempio, nel nostro caso vale a dire:

” Affrontare questa immane e criminale tragedia dell’amianto con una reazione volta a produrre le risposte necessarie e possibili per fronteggiarla con l’obiettivo di neutralizzarla il più presto possibile.” Ciò con la consapevolezza però che si sa quando si inizia ma è impossibile sapere quando finisce. Infatti quando si vuole affrontare una causa ritenuta giusta (e questa è più che giusta; non tocca a me ricordare i numeri di questa tragedia) non occorre valutarne e prevederne la scadenza: sarebbe ovviamente e decisamente fuorviante. Occorre invece puntare sulla partecipazione e sulle Istituzioni.

Questo ce lo ha imposto la complessità degli obiettivi – Giustizia-Bonifica-Ricerca e il ritardo della politica e della società a livello nazionale e internazionale nell’essere consapevoli ed impegnati per affrontare concretamente situazioni come questa, caratterizzata da enormi problematiche ambientali, sanitarie, occupazionali, causate altresì da condotte criminali da parte di potenti multinazionali

Il tema di questo Convegno ci obbliga a questa breve ricostruzione: il Fondo, per queste attività di ricerca, deriva come sapete dagli accantonamenti effettuati a seguito delle transazioni “risarcitorie” (diciamo) dei cittadini casalesi vittime dell’amianto (della Eternit, non dimentichiamolo) e destinati alla ricerca.

Questo è previsto nell’offerta unilaterale presentata prima dell’inizio del maxi-processo, dagli avvocati di Stephan Smidheiny (il fondo è quindi di loro gestione) Tali accantonamenti pari a 20.000 euro per ogni singola transazione, sono perdurati fino a tutto il 2015. La finalità è per la ricerca sul mesotelioma prevedendo che l’AFeVA e l’ASL (come è noto) possano indicare l’Istituto qualificato di ricerca cui destinare delle risorse sulla base di progetti specifici.

In base alle decisioni assunte unanimemente in una grande Assemblea pubblica (circa una dozzina di anni or sono) con la presenza delle autorità locali, e dopo una lunga analisi della situazione, precisammo che noi avremmo potuto intervenire in tal senso a queste condizioni:

  • solo con il coinvolgimento delle Istituzioni pubbliche.
  • Che bisognava comunque garantire una ricaduta positiva su questo territorio: nelle nostre strutture sanitarie e quindi sui nostri pazienti.

Ecco: prima di tutto la costituzione dell’UFIM (dallo scorso anno è parte integrante del sistema sanitario pubblico) e di cui il suo finanziamento si esaurisce entro il corrente anno. Questo ha comportato una riqualificazione del fronte rivolto al mesotelioma (cosiddette malattie rare) degli ospedali di Casale Monferrato e Alessandria con appunto personale dedicato alla collaborazione con centri di ricerca e per la gestione di nuovi protocolli sperimentali di cura (ne parlerà la responsabile dott.ssa Federica Grosso che ringraziamo) e per affermare anche qui un modello (come avvenuto nel campo della bonifica grazie a tutti gli enti coinvolti) cioè quello della “totale presa in carico del paziente e dei familiari”

Questo vede il ruolo molto prezioso del volontariato sociale e di quello socio-sanitario, vedi VITAS, qui rappresentata dal Presidente Dott. Ghidini e dalla Dott.ssa Degiovanni e di altre associazioni che integrano i servizi rivolti ai pazienti, compresi ovviamente quelli da malattie amianto-correlate.

Per la ricerca:

ovviamente si punta preferibilmente su progetti innovativi, di cui ne parleranno propriamente i relatori che ringraziamo per l’impegno svolto e che svolgeranno

Non è stato ne facile ne rapido questo percorso, con varie fasi di ottimo lavoro e collaborazione da parte delle Istituzioni locali e regionali,ma anche di difficoltà e di interruzioni. Non è comunque semplice trasformare e innovare strutture pubbliche (sanitarie) e per giunta su due strutture pubbliche come si è fatto per l’UFIM.

Occorre, oltre alla volontà politica , anche quella di collaborazione, mettendo al bando pregiudizi, gelosie e narcisismi, che puntualmente insorgono anche fragorosamente in ogni ambiente, non solo in politica ma purtroppo anche a volte nella Sanità, nei servizi, nel sociale ecc

In ogni caso siamo riusciti tutti assieme a tenere la “barra dritta” per anni sui due punti sopra richiamati. Ricordiamo gli attacchi feroci e vergognosi rivolti, fino a pochissimi anni fa, proprio nei confronti di questa esperienza.

Dicevo all’inizio che dobbiamo essere ancora all’altezza della situazione per i prossimi anni, garantendo la continuità della cosiddetta “Resilienza” fino al compimento di questa grande vertenza:

  • per completare la bonifica (nel comune di Casale siamo circa al 90% di cui occorre sollecitare ancora la Regione perchè completi i dovuti trasferimenti dei finanziamenti nazionali al comune di Casale per portare a termine la bonifica in tutto il SIN (48 comuni – unico caso in Italia e non solo)
  • mentre per la giustizia, dopo l’ingiusta ed assurda sentenza della Cassazione che, contrariamente ai due gradi di giudizio precedenti, ha prescritto il disastro ambientale, se pur ancora in essere, attendiamo finalmente l’avvio della procedura per il rinvio a giudizio, stavolta per omicidio, di Stephan Smidheiny

Molti ci chiedono: ” cos’è che ha determinato questa lunga e molto significativa lotta?”

“dov’è la differenza?”

  • Aver aperto da quarant’anni , sviluppato ed aggiornata nel tempo una vera e propria vertenza nel territorio di cui la costituzione dell’AFeVA – Associazione Familiari Vittime Amianto nel 1988 e il Comitato Vertenza Amianto delle Associazioni Casalesi nel 1990.
  • Aver esercitato la democrazia, cioè pretendere la tutela, i diritti dei lavoratori e dei cittadini per la loro salute e quella dell’ambiente, per il diritto alla giustizia e coltivando in questo senso la partecipazione .

Oggi nel nostro Paese e non solo, più che mai, occorre affermare il pieno esercizio della democrazia per un nuovo impegno volto a salvaguardare ed affermare il bene comune , anziché gli egoismi e l’intolleranza. Vedi la ragazza Greta svedese e i giovani nei movimenti di questi ultimi giorni. Altrimenti non solo è messa a rischio la libertà ed i diritti ma si pagano anche prezzi altissimi in salute e sempre più in vite umane.

Da noi e non solo, tutte le settimane, ce lo ricorda ancora una nuova vittima dell’amianto. Per questo bisogna andare avanti e non mollare, come ricorda sempre la Romana (pochi giorni fa ha compiuto 90 anni) alla quale rinnoviamo i nostri migliori auguri e saluti e la nostra riconoscenza.

Bruno Pesce

1979 – 1994 Segretario Responsabile Camera del Lavoro CGIL – Comprensorio di Casale

1988 – Cofondatore AfeVA

1990 – Cofondatore e coordinatore Comitato Vertenza Amianto delle Associazioni Casalesi